Adozione e adolescenza: un binomio impegnativo per genitori e figli!

E’ ormai un fatto noto quanto l’adolescenza sia considerata una fase di vita molto complessa, con cambiamenti che investono la vita del ragazzo o della ragazza, e di conseguenza anche del suo nucleo familiare.

Nessun genitore è mai realmente pronto all’entrata (spesso con il piede di guerra) del proprio figlio nell’età adolescenziale. Piccole e grandi ribellioni si avvicendano nel complesso sviluppo dei figli, i quali cercano, talvolta con grossa fatica, di strutturarsi e riconoscersi, prendendo determinate scelte.

L’adolescenza può assumere caratteristiche ancora più conflittuali in quelle famiglie in cui c’è un figlio adottivo.

adozione

Adolescenza e adozione: che succede?

Come qualunque adolescente, anche il ragazzo adottato ricerca la propria identità, il proprio io, deve capire da dove proviene, soprattutto perché sa che i suoi genitori non sono quelli biologici, che lo stanno crescendo, ma esistono un altro padre e un’altra madre che lo hanno concepito.  

Guardarsi allo specchio e domandarsi: “A chi assomiglio?” “Da chi avrò preso questi occhi chiari?” “E questo profilo?” Un figlio adottivo non trova risposte a queste domande, può solo fantasticare.

E nelle fantasie, nei suoi pensieri spesso prende forma un sentimento doloroso, che è quello della paura di essere rifiutato, abbandonato, esperienza che ha già vissuto, e che dunque è ben impressa nella sua memoria emotiva. 

Nonostante questi vissuti dolorosi, spesso l’adolescente maschera tutto ciò dietro un atteggiamento spavaldo, provocatorio, talvolta aggressivo, che mette a dura prova i genitori e li lascia incapaci di fronteggiare la situazione, se non ricorrendo a un braccio di ferro. E’ difficile infatti cogliere la fragilità che opprime l’adolescente, e che viene invece trincerata dietro una grossolana sicurezza.

adolescente adottato

L’adolescenza per i genitori adottivi

I genitori adottivi sentono venir meno il loro ruolo, temono che questi cambiamenti porteranno inevitabilmente alla rottura e che il figlio desidererà solamente staccarsi da loro, e magari tentare di trovare i genitori biologici. 

Questi pensieri provocano una grossa sofferenza nei padri e nelle madri, si sentono esclusi dalla vita del loro figlio, quasi come se non gli fosse riconosciuto tutto ciò che hanno fatto per lui.

Ed è invece proprio la riconoscenza una questione estremamente importante e delicata che emerge all’interno di ogni famiglia adottiva: i figli adottati vivono questo sentimento rispetto a tutto ciò che i genitori adottivi hanno fatto per loro, il fatto di averli spesso “salvati” da situazioni di disagio sociale e familiare, e l’idea quindi di avere una sorta di “debito” difficile da risarcire, verso la nuova famiglia.

Il tema della riconoscenza spesso non viene considerato dai genitori adottivi, quando invece il suo emergere può diventare un punto di svolta importante nella storia di queste famiglie.

Nelle famiglie adottive non c’è in realtà nessun “debito”, ma un importante gesto d’amore, che è assolutamente reciproco e come tale deve essere valorizzato.

Nessuna coppia genitoriale è provvista di un manuale di istruzioni, così come nessun figlio sa come comportarsi con i genitori che lo crescono.

E’ un continuo movimento fatto di avvicinamenti e distanze, con prove ed errori che non possono essere evitati, ma che certamente possono diventare spunti di riflessione.

La terapia familiare in questo caso diventa la formula più adatta per poter affrontare le problematiche che la famiglia adottiva vive nella delicata fase dell’adolescenza.

E’ il contesto per poter mettersi in gioco, aspirando a un benessere collettivo di tutti i membri della famiglia (compresi altri figli, adottivi e biologici), cosi da non stigmatizzare l’adolescente come “paziente designato” del disagio familiare.