Ogni anno un numero importante di genitori con bambini da zero a tre anni si pone la fatidica domanda:
E’ giusto mandare i propri figli all’asilo nido?
La risposta ovviamente non può essere uguale per tutti. La decisione di mandare il proprio bambino o la propria bambina al nido deve tener conto di tutta una serie di variabili che cambiano inevitabilmente rispetto ad ogni famiglia.
Ad esempio:
- la situazione lavorativa dei genitori, soprattutto della madre;
- la presenza o meno di nonni, zii e/o eventuali baby-sitter;
- lo sviluppo del bambino;
- la facilità dell’accesso al servizio del nido nella zona di residenza.
Per quanto la decisione sia assolutamente legata alle condizioni della famiglia, indubbiamente la questione è sempre molto attuale.

Che cosa significa per un bambino andare all’asilo nido?
Significa innanzitutto un primo contatto con i coetanei, un contesto in cui non è presente solo l’adulto di riferimento, ma un gruppo allargato in cui, in modo diverso rispetto all’età del bambino, è possibile iniziare a volgere un occhio verso “l’altro diverso da me, ma uguale a me”.
E’ un contesto in cui gli educatori di riferimento strutturano una routine giornaliera che dà struttura al singolo bambino, e al bambino all’interno del gruppo, con una serie di attività che si ripetono e che devono sollecitare le diverse aree dello sviluppo infantile.
L’asilo non esclude la presenza di nonni, zii, o di altre figure adulte che possono e desiderano occuparsi del bambino, ma può invece integrare il gruppo di persone che gravitano intorno al bambino, le quali solleciteranno in lui aspetti differenti della relazione.
Educatori competenti riescono a indirizzare il bambino verso un percorso di autonomia che tocca le varie fasi della sua giornata: il momento del pranzo, il riposo pomeridiano, la merenda, il controllo dei propri stimoli nel momento in cui viene tolto il pannolino.
Il gioco è il protagonista indiscusso delle giornate all’asilo nido, ovviamente con attività diverse a seconda del gruppo di età di appartenenza. Inizialmente sarà un gioco fatto di sensi, rumori da sentire, canzoni da ascoltare, superfici da toccare, colori da osservare, per evolvere in attività manuali come i travasi, il pongo, i primi disegni, e nell’attività simbolica dei più grandi, come il travestimento e il “fare finta di”.
A prescindere dalle potenzialità e dai reali vantaggi che possono essere collegati alla frequentazione dell’asilo nido, è necessario che ogni genitore sia consapevole di ciò che è necessario per il proprio figlio, rispettare i suoi personalissimi tempi e prestare attenzione a eventuali segnali, i quali potrebbero indicare un disagio del bambino per una precocità della scelta o per un suo maggior bisogno di accudimento e contenimento in quel preciso momento della sua vita.
Nel percorso di scelta sull’iscrizione o meno all’asilo, importante è che i genitori possano dialogare serenamente con gli educatori di riferimento, con i quali poi sarà inevitabile mantenere una comunicazione sempre aperta sullo sviluppo del bambino, sulle sue conquiste e sulle sue possibili difficoltà.
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